orgoglio

Io non prendo lezioni da nessuno!
gridano dagli schermi e dagli scranni.
Non a caso la scuola è trascurata
come fosse unicamente un peso
e chiunque sia esperto di qualcosa
non la può impunemente divulgare,
mentre ogni sciocchezza è bene accetta
e motivo d’orgoglio è l’ignoranza.



sorrisi

Luccica il sole stamattina bello
su tutte le fogliette appena nate
e sui prati lavati dalla pioggia:
risorge primavera coi suoi canti
e il mondo profuma di letizia.

Ridono infatti molti dei potenti,
e son tutti concordi tra di loro,
gli amici gemelli dei nemici,
nel voler fare guerra – per difesa
s’intende del Bene contro il Male.
La pace, dicono, è soltanto un sogno
di ingenui e di codardi imbelli.

Ride la primavera, e in apparenza
è quella stessa della nostra infanzia,
quando appena usciti dalla guerra
cresceva luminosa la speranza
– che oggi vien derisa e vive a stento,
tra nuove minacce e ancora guerra.

Profuma il glicine tutta l’aria intorno
e penetra fin dentro la stanza,
dove lieti sorridono i defunti
dalle foto che già vanno sbiadendo.
Tutto il male sofferto è già passato.
Passeremo anche noi, lasciando forse
solo la breve traccia di un sorriso.

Nepotismo

L’assistente di telefonia, vedendo
che l’anziana che le si rivolge
per un’impasse del suo device,
manca di cognizioni elementari,
“Ma lei non ce l’ha un nipote?”
chiede, come risorsa estrema.
Ed ecco riscattata la funzione
dei vilipesi giovincelli proni
sui loro amati marchingegni
digitali – preludio all’ingresso
nel vocabolario di una nuova
accezione alla voce “nepotismo”.

la felicità

Ha molte vesti la felicità:
alcune così chiare e rilucenti
che all’istante la si riconosce,
altre così diafane e leggere
da passare a volte inosservata
come l’aria d’un mattino azzurro
che segua ad altri simili mattini.
Si dice che sia sempre troppo breve
– quando non un abbaglio e un’illusione –
ma guardata dal punto della fine
si confonde con l’intera vita.

la segretaria

Ogni volta è uno stupore quando
riesco a rispettare una scadenza
o a svolgere quel che in precedenza
mi era parso tanto spropositato,
che mai ne sarei venuta a capo.
Ricordare che lungo la mia vita
sempre ce l’ho poi fatta, e senza
assistenza alcuna, poco vale
contro l’imperterrita coscienza
d’essere inetta e disorganizzata,
cialtrona, accidiosa e negligente
– quasi che al mio posto avesse agito
una tempestiva controfigura,
un deus ex machina, nelle vesti
d’una solerte segretaria.

Lasciar perdere

Ho smesso di cercare qualche schema
per tessere una trama ch’abbia senso
tra i fili ingarbugliati della vita.
La memoria renitente bara,
divaga, inventa, mente, si distrae,
giocherella poco interessata,
e infine in confidenza si schermisce
e si dichiara bell’e smemorata.