armi e parole

“Folle chi si guadagna la gloria con la guerra,
a colpi di armi, da sciocco cercando una soluzione
ai contrasti che travagliano i mortali:
se a decidere sarà la gara di sangue, mai
abbandonerà le città degli umani la guerra,
che ha assicurato loro una dimora sotto la terra di Troia,
mentre avrebbero potuto comporre con le parole
il contrasto che era nato per te, Elena.
Ma adesso alcuni hanno trovato accoglienza nell’Ade,
e le fiamme si sono avventate sulle mura della città
come fulmini scagliati da Zeus,
e per te, dolore su dolore, o infelice,
e sventure .”

(da Euripide, Elena.
Le parole del Coro sono rivolte a Elena, che, secondo Euripide, era stata portata in Egitto, mentre a Troia c’era soltanto un suo simulacro, fatto di nuvole. Sicché la lunga guerra, i tanti morti ed orrori erano stati solo per un’ombra, per un nome vuoto di realtà: per un’illusione)

giornate

Ogni mattina due o tre nuovi
giovani impiccati al far dell'alba

ogni giorno bombe macerie e nero
sangue tra la neve

e naufraghi salvati per un pelo
o sommersi nel muto fondo nero

profughi respinti alla frontiera
gente che vive e dorme per la strada

Scende una pioggia fine sconsolata
come fosse novembre oppure maggio
 - nei giardini fioriscono le rose.
Niente altro lungo la giornata.


ossequio

I poveri li avrete sempre con voi
disse Gesù Cristo - e in ossequio
alla sua parola i nostri governanti 
fanno in modo che sempre
i poveri ci siano, e siano veri
 - non come quei trecentomila
e rotti che, tra lavoro e reddito,
si beccano in media seimila euro l'anno.


Piove. Ma non fa freddo. 
L'asfalto e, benché nudi, i tigli 
paiono aver conforto 
da questa acquerugiola noiosa. 
È la giusta mattina 
per insegnare agli scolaretti
questa liquida dolce parolina 
che mai forse useranno
 - nemmeno più da vecchi
in un giorno piovoso per giocare
con gli ipotetici nipoti.

Incredulità

Già si rattrista la bella giornata:
incupita si stende dopopranzo
né si solleva più  fino alla sera.
Quaggiù si discetta senza dramma
sull'uso delle armi nucleari 
- possibile probabile chissà -
come fosse un gioco da guardare
dietro lo schermo, o uno sport estremo
praticato da umanoidi matti
che non tocca né noi né i nostri spritz.

in centro

Muta qualche facciata, si racconcia
il selciato in qualche piazza,
cambiano le vetrine, si aprono
negozi e bar mai visti prima,
ma la gente è la stessa: 
studenti, coppie, varia umanità, 
ragazze che ridono chiassose,
persino dei bambini -
solo noi invecchiamo
nella città che si rinnova e resta.

mezzagosto

Si sono sfoltite le cicale
che a luglio ci assordavano dai tigli.
Consumate le più intraprendenti
dal fuoco dell'amore ricambiato,
restano quelle meno seducenti
che nessuna femmina ha notato
né tanto meno amato. 
Già si abbattono piogge diluvianti
già impallidisce il verde delle foglie,
ma resiste feroce il solleone
che asciuga le pozzanghere e le fronde.
Non è scaduto il tempo degli amori
e ancora c'è speranza per chi chiama.


A ***

Ricordo l'istante prodigioso:
all'improvviso mi sei apparsa tu,
quale fuggevole visione,
quale spirito di pura bellezza.

Nella tristezza priva di speranza,
nel tumulto di vanità chiassoso,
udivo a lungo la tua tenera voce,
sognavo i tuoi celesti lineamenti.

Anni trascorsero. Tempeste
travolsero i sogni d'un tempo,
scordai la tua tenera voce.
scordai i tuoi celesti lineamenti.

Recluso passavo in silenzio
giorni di vuoto grigiore,
senza fede, senza ispirazione,
senza lacrime, né vita né amore.

Giunto è all'anima il risveglio:
di nuovo mi sei apparsa tu,
quale fuggevole visione,
quale spirito di pura bellezza.

E palpita nell'ebrezza il cuore
e tutto già in me risorge,
e la fede, e l'ispirazione,
e la vita, e lacrime, e amore.

(Puškin, 1825)