Si passa la domenica aspettando
non si saprebbe più dire che cosa
– un pasticcino, un abito da festa,
la traccia di un pensiero che sia buono,
o per lo meno che non faccia male,
qualche parola, un segnale di fumo
che sventoli un sorriso in arabesco.
Ma c'è soltanto il debole ronzare
di un aereo ozioso in lontananza
e il verso d'una tortora che buca
la sonnolenza smorta del quartiere.
Non resta che armarsi di coraggio
e traversare, non c'è proprio scampo,
l'intero deserto di queste ore,
sperando di uscirne ancora vivi
domani, quando, a detta del giornale,
è annunciato l'arrivo dell'amato
anticiclone in viaggio dalle Azzorre.
Benedette queste domeniche in cui nulla accade, se ci regalano l'avvenimeto di una bella poesia di Arden -Che vale più di ogni anticiclone, e costituisce (almeno per me) una vera schiarita.Grazie anche per il tuo contributo ai festeggiamenti per il 150.mo dell'Unità d'Italia. Quell'aucedduzzo fureghin d'amore me ga fato e gatarigoe 'nto cori.
Neanche un prete per chiacchierar, in certe domeniche… Ma noi che amiamo giocare sornioni con le parole, un diversivo lo si trova sempre. Basta un lapis e un foglio di carta, magari di formaggio, che dà più aura ispiratrice. Et voilà, la domenica è gabbata. Buon lunedì, e buon anticiclone, Arden!
È un anticiclone piuttosto cinereo. Ma meglio che niente, tuttavia.Fortunatamente, dopo la domenica viene il lunedì, un giorno molto brianzolo e affidabile, come tutti i giorni feriali:-) Proteus, mi rallegrano questi tuoi sentimenti patriottici;-)