Difficile tenersi stretto un sogno
portarselo con sè senza che smuoia
nel taschino segreto della giacca
o fissato a una spilla o alla cintura.
Pure se lo conservi (io ci ho provato)
tra foglio e foglio nella moleskine
dura poco: meno di un papavero
appuntato tra i nastri di un cappello.
quello ‘smuoia’ è bellissimo, Arden.
@Mario, non so se la foto (bellissima) vuole riferirsi anche alla mia poesia o solo esprimere un commento ai fatti del giorno.
Comunque, io parlo qui di sogni notturni, personali, privati, anche regressivi, non delle pubbliche speranze. Queste, piuttosto che “sogni”, preferisco chiamarle speranze, progetti, anticipazioni.
Almeno una parola si salva, dunque, @Zena;-)))
Raboni dirre che la poesia è un sogno contamplato in presenza della ragione. Un pensiero molto bello.
Sì, è molto bella. E anche semplice. Pure, non la capisco.
Non credo ci sia molto da capire, dopotutto:-)
Bella.
Può anche succedere che non smuoia. Il papavero perde i petali e continuiamo a portarci appresso il “torsolo”, o come si chiama, appuntato sul cappello.
Forse questa poesiola non è appunto che un “torsolo”.
Si, no, cioè, si è un intercalare e no un’affermazione, anzi una negazione, non centra la foto con la poesia, l’ho mandata a tutti gli amici quella foto.
La poesia è molto bella e mi tocca con oggetti familiarissimi come il moleskine e il taschino nascosto.
L’impermanenza dei sogni è la loro materia, per fortuna qualcuno li scrive.
Io l’avevo infilato fra le pagine / di un libro di poesia. Poi l’ho imprestato / (il sogno con il libro) / a qualcuno, a un’amica, non lo so. / Mesi dopo mi è stato restituito / il libro (un po’ sgualcito). Il sogno, no.
Grazie, @Tristano: bella la tua poesia.
@Mario, lo so che la moleskine ti è cara:-)